giovedì 14 ottobre 2004

VIVIAMO E AMIAMO


Viviamo mia bella Lesbia ed amiamo
i bisbigli dei burberi anziani
meno di un asse li consideriamo
i giorni felici ritornan domani
mentre per noi la luce è sì breve
che quando tramonta una lunga notte
di sonno perpetuo dormire si deve
or dammi di baci in numeri frotte
dammene mille, poi mille, poi cento
di nuovo mille poi cento poi mille
sicchè il loro conto sia sparso nel vento
e contro di noi non scaglin scintille
gli occhi invidiosi di vecchi rapaci
sapendo che furon sì tanti quei baci

domenica 14 marzo 2004

I PROMESSI SPOSI


Tutti sanno che a quel lago 
che d’un ipsilon l’imago 
per lombarda terra traccia 
Como volge la sua faccia 
esso ha una biforcazione 
fra Martino e il Resegone 
che in periodo d’alluvione 
spazza d’Adda il letto secco 
per poi giunger fino a Lecco 
nel periodo che narriamo 
Lecco aveva un castellano 
la fortezza, una magione 
e spagnola guarnigione 
che a ritmo di fandango 
fè ballar in mezzo al fango 
tutta la popolazione 
con la vanga e col piccone 

sen veniva pel budello 
Don Abbondio bello bello 
recitando il suo breviario 
qual soleva d’ordinario 
giunse al bivio che da un lato 
porta a casa del curato 
me nel mezzo fu fermato 
da due ceffi tutti sozzi 
di Rodrigo gli scagnozzi 
gli riportan tal messaggio: 
“dacci retta se sei saggio 
di Mondella il matrimonio 
per doman non s’ha da fare 
non convienti di rischiare 
di causare un pandemonio 
e ovviamente non fiatare!” 
don Abbondio si inchinava 
all’intimazione brava 
ed acconsentì ossequioso 
al progetto criminoso