sabato 1 gennaio 2005

A PARMENIDE


O sublime, magna, somma,
autorevole idiozia
di chi afferma come domma
che il non essere non sia,

mentre l’essere più puro
esso solo dunque esiste
“Io di questo son sicuro,
ma le cose che ho viste

o che sento, annuso, tocco
non esistono” O pensiero
che apparir fa tutto sciocco
quanto al mondo c’è di vero!

Ma che gusto dimmi provi
a distruggere il colore
dei boccioli verdi nuovi
o il profumo d’un bel fiore?

Che ti costa di lasciarci
‘l tocco d’erba sotto i piedi
il piacere di baciarci
e di dire: “Amore, vedi

su nel cielo quante stelle:
cento, mille dei miliardi
io ti amo più di quelle”
Tutti quei sognanti sguardi

sono nulla ora per te?
Sono un’illusone, un niente,
un assurdo non so che
ciò che ognuno prova e sente:

una musica sublime,
il bruciore dell’amore,
ogni testo, queste rime,
il profumo d’un bel fiore?

O Parmenide lo sai
che con tale affermazione
tu ci togli, come fai,
ogni ardore, ogni passione,

ogni affanno, ogni rovina,
ogni lotta ed ogni guerra,
ogni frenesia assassina,
ogni squasso della terra,

ogni orrore, ogni terrore,
ogni dono, ogni tristezza,
ogni fiamma, ogni colore,
ogni luce di bellezza

e se poi sulla bilancia
pesi insieme il mondo vero
e la flebile speranza,
noterai com’è leggero!

Mi dispiace, gran sapiente
forse alfine hai tu ragione
ma non togliere alla gente
questa effimera illusione!