venerdì 11 settembre 2015

Il MIO TEST DI MEDICINA.... 9 ANNI DOPO


Martedì in quell'aula a condividere la sorte dei sessantamila aspiranti studenti di medicina c'ero pure io.
No, non mi sono divertita così tanto durante l'università da prendere la folle decisione di ricominciare tutto da capo (anche se tutto sommato...) né hanno scoperto una falla burocratica insanabile nel mio percorso di studi tale da costringermi a risostenere il test.

E' successo invece che i DSA sono giunti in età da Università, così questa volta, anziché limitarmi come negli ultimi anni a fare da sorvegliante al test, mi è toccato fare da "lettore".
Ciò significa che per due ore circa sono stata seduta a fianco a un ragazzo dislessico con l'incarico di leggergli le domande su richiesta, sforzandomi il più possibile di mantenere un'intonazione neutra di modo che eventuali cambi di tono non potessero essere interpretati come suggerimenti.

Si è avvalso poco del mio aiuto, devo ammettere, forse farsi leggere quesiti complessi a risposta multipla non è poi così vantaggioso o forse quel ragazzo era come i due di cui ho carpito la conversazione fuori dai bagni: "Cosa vorresti fare?" "Io Farmacia, questo test lo faccio come seconda scelta" "Ah guarda, io non volevo neanche venire, ma i miei mi hanno iscritto a mia insaputa...".

Qualunque fosse la storia del ragazzo che affiancavo e le sue ragioni per essere lì, a me sono rimaste due ore di potenziale noia trasformatesi in un'opportunità unica: quella di sbirciare sul suo foglio e tentare di rispondere alle domande per conto mio.

Dal lontano 2007 ogni settembre tento di mettermi alla prova per capire se le domande sono più facili o più difficili di quelle che toccarono a me, se sarei ancora in grado di rispondere (o se addirittura lo farei meglio), ma di fatto mi sono sempre mancate la voglia, il tempo e la possibilità di fare una simulazione autentica.

Questa volta, invece, ho diligentemente letto le domande e provato a rispondere per conto mio, poi, dal momento che lì non avevo la possibilità di usare carta e penna per scrivere, tornata a casa mi sono data ancora mezz'ora per le domande che richiedevano calcoli o disegni e infine ho confrontato le risposte con le soluzioni uscite in serata.
Prima di dirvi com'è andata, però, vi elargirò qualche considerazione casuale.

Ho sostenuto il test nel 2006 e in questi nove anni sono cambiate miriadi di cose. Fiumi di inchiostro sono stati versati sul test e pile e pile di incartamenti si sono accumulati nelle aule dei TAR.
Nel 2006 si arrivava a Palazzo Nuovo alle 8 del mattino, ci si metteva in coda, si rispondeva all'appello (in banale ordine alfabetico per cognome) si produceva un documento di identità, si ritirava un plico numerato, ci si sedeva al posto assegnato e si attendevano le 11 senza uscire dall'aula. Poi, ad un segnale concordato, si iniziava la prova, si compilava un'anagrafica e il foglio delle risposte, si chiudeva il tutto in due buste separate e si consegnava.




Nel 2015 si arriva al nuovo e futuristico Campus Luigi Einaudi sul Lungodora alle 8 del mattino, si cerca l'aula assegnata (per ordine di data di nascita, a parte i gemelli che vengono rigorosamente divisi), si dichiarano le proprie generalità all'ingresso in aula, si fornisce un documento ad una seconda persona, poi si ritira un'etichetta, si ripone il documento in tasca e si viene accompagnati al banco da un terzo incaricato. I plichi vengono distribuiti tutti insieme alle 10.30, li si può aprire alle 11.00, ma bisogna compilare un'anagrafica, apporvi l'etichetta apposita, compilare il foglio delle risposte e, al momento della consegna, estrarre da un bussolotto una nuova etichetta in duplice copia apponendone una all'anagrafica e la seconda al foglio delle risposte, i quali verranno inseriti in grandi scatole presigillate.
Una via di mezzo tra un test d'intelligenza per aspiranti astronauti e le precauzioni di un soggetto con manie di persecuzione, un metodo palesemente progettato per disorientare gli studenti a caccia di ricorsi e talmente complesso nella sua messa in opera da fare la gioia degli avvocati.

Nel 2006 ci si iscriveva al test di una facoltà, se entravi eri dentro, se no eri fuori e tanti saluti. Nel 2006 il Cineca non sapeva distinguere le due facoltà di Torino, quindi ti iscrivevi ad una e gareggiavi solo per quella, ma la graduatoria finale sul sito era mischiata e se finivi verso le ultime posizioni accettabili non avevi modo di capire se fossi entrato e dove.
Nel 2015 la graduatoria è nazionale e ci vanno venti giorni a sapere se sei entrato e sei mesi a capire dove.

Nel 2006 gareggiavo con altre 2700 persone per 292 posti.
Nel 2015 i ragazzi sono 60.000 per 9.000 posti e detta così sembra molto più vantaggioso.

Nel 2006 le domande erano 80 (33 di logica e cultura generale, 21 di biologia, 13 di chimica e 13 di matematica e fisica) e nella mia Facoltà si entrava con un punteggio di 40.
Ora le domande sono solo più 60: 20 di logica, 2 di cultura generale, 18 di biologia, 12 di chimica e 8 di matematica e fisica.

Nel 2006 tra le domande di cultura generale si trovava il diritto d'asilo nel medioevo, un brano dei Promessi Sposi, Enrico IV, una descrizione della Venere di Botticelli, una poesia di Pavese, la distanza in linea d'aria tra svariate città europee, una serie infinita di domande sul Risorgimento, la definizione di format, una figura retorica tratta da un carme di Catullo, il celebre "I have a dream" e perfino la cinematografia neorealista.
Nel 2015 le domande di cultura generale sono due: "Dove si tenne l'esposizione universale del 1900" e "Quale di questi non è stato un presidente della Repubblica italiana". Roba da "Chi vuol esser milionario" e pure sotto i 5.000 euro di montepremi.

In compenso sono comparse domande che mi hanno messo oggettivamente in difficoltà tipo questa:
Effettivamente si dà una condizione in cui la prima e la terza affermazione possano essere vere in contemporanea, ma ciò le rende logicamente equivalenti?

Oppure questa:
Sì, alla quarta settimana se compro una confezione di caffè spendo lo stesso che nelle settimane 2-5 ma se ne compro due? spenderei di più perché non dice da nessuna parte che ho 100 g in omaggio per confezione
In conclusione 19,5 punti su 22, fatti i dovuti conti  un risultato sovrapponibile al punteggio del 2006.

Ma con la logica ancora me la cavo, veniamo alla biologia: le dimensioni di un lisosoma, il ciclo di Calvin (ma chi? quello con lo strano peluche a forma di tigre?) il numero di legami idrogeno del DNA, l'ordine in cui si legano le varie molecole per la contrazione muscolare... tutte cose che certamente sapevo un tempo, ma è sempre divertente scoprire che alla carriera universitaria è sopravvissuta solo qualche nozione sui gruppi sanguigni, sul potenziale d'azione e la genetica basilare.
Schifo totale 8,75 su 18.
Paradossalmente farei oggi il test del 2006 con molta meno difficoltà di allora: il significato di posologia e di semeiotica, l'anatomia del midollo spinale e dei corpi vertebrali, il sistema parasimpatico, l'homunculus di penfield, il valore della pressione diastolica, l'endometrite... tutte cose che allora avevo appena sentito nominare di sfuggita e che ora mi sono molto più familiari.

Ma la capitolazione totale nel 2015 avviene con chimica: 2 punti su 12 con domande di organica ed inorganica in tutto e per tutto sovrapponibili al 2006. Ad eterna dimostrazione che questa materia mi piace quando la studio, ma non permane nel mio cervello per più di un paio di settimane, non c'è esame da 27 crediti che tenga.

La grande sorpresa giunge con matematica e fisica: ben 3,75 punti su 8, circa il doppio di quelli che presi all'epoca (dai, che dopo tutto da laureata ad una facoltà scientifica qualcosa di più di numeri so rispetto a quando ero diplomata al classico).

Totale punteggio del 2006: 59,5/80
Totale punteggio del 2015: 35,5/60

Tutto questo lungo e noioso sproloquio infarcito di domande e statistiche per dire cosa?
Semplicemente che la penso ancora come nel 2009 e che sono ben felice che le mie performance al test di medicina siano peggiorate col tempo.
Sarei molto dispiaciuta se da medico fossi in grado di entrare a medicina meglio di un liceale: perché quello è compito loro, dei neodiplomati, intendo, non dei primari. E' compito loro saper bilanciare le reazioni, ricordarsi le leggi dei gas e il ciclo ovarico. Per questo vorrei dire due parole a chi si lamenta così:
Caro anonimo figlio di primario, meno male che tuo padre non si ricorda dell'esistenza di una vescicola piena di enzimi che permette agli spermatozoi di farsi strada nell'oocita per fecondarlo! Non sarà primario della ginecologia, spero, e anche se lo fosse tale ignoranza non inficerebbe troppo il suo lavoro.
Il test di ammissione non deve selezionare dei bravi medici, deve scremare i bravi studenti. Magari l'acrosoma non rientrava nel programma di citologia del tuo libro di scienze e di questo il ministero dovrebbe scusarsi, ma che tuo padre medico non lo sappia, fidati, è un bene. Così come è un bene che il test non assomigli a quello per entrare nel Mensa.

Per studiare Medicina non serve un'intelligenza spropositata e, grazie a dio, non serve essere medici. Basta avere una moderata capacità di ragionamento e parecchia voglia di studiare. Studiare cose che lasceranno labili tracce di sé nei tuoi ippocampi, ma che saranno servite ad altro. Tuo padre ha dimenticato cos'è un acrosoma perché ora sa ricordarsi in che anno il signore del letto 6 ha messo 4 stent coronarici e su che vasi, o sa tenere a mente i venti pazienti che ha visto nell'ultimo turno in pronto soccorso e di cui sta aspettando gli esami.
Quindi vi prego, basta con queste polemiche sterili. Con questi "Non è giusto che al test di medicina venga chiesto il Rinascimento", qualunque bravo studente delle superiori deve poter passare il test, ed è più probabile che abbia studiato il Rinascimento che il luogo della scoperta del DNA o l'expo del 1900.

Intanto io sono qui, in trepidante attesa delle graduatorie, per scoprire se, da medico, sarei entrata a Medicina da qualche parte in Italia oppure no. Che poi, ripensandoci, con il ricorso entrerei comunque, con buona pace di Calvin e del suo ciclo.