L'abrutimento di rispondere ai quiz dell'esame di specialità* ricorda quello dei primi videogiochi: quelli che la mamma ti vietava perché sembrava un modo poco sano di passare il pomeriggio e "esci a giocare con gli amici anziché stare attaccato a quel Game Boy".
Prima che inventassero la Playstation e le memory card per salvare la partita a piacimento, per noi nati negli Ottanta "videogioco" voleva dire solo una cosa: Super Mario Bros. No, non Super Mario Galaxy o Mario Kart o Warioland o qualche altra schifezza nata sull'onda del successo, Super Mario Bros. l'originale per il game boy di prima generazione, quella mattonella con lo schermo monocolore che in controluce non vedevi una mazza... o e-ink, come lo chiamerebbero oggi se Amazon dovesse trovare una scusa per venderlo al quintuplo del suo valore.
Prima che qualche genio (forse padre di un bambino divenuto autistico per il troppo gioco) inventasse il salvataggio di metà livello, ogni giocatore di Supermario arrivava a un punto in cui il baffuto alter ego idraulico moriva costantemente, centinaia di volte di seguito.
Il resto del livello lo facevi a memoria in scioltezza, sapevi dove saltare, dove prendere il funghetto, da che parte sarebbe spuntata la tartaruga e neanche più provavi ad ammazzarla, la evitavi e basta. Poi ti imbattevi ineluttabilmente in quel maledetto triplo salto sulle piattaforme semoventi coi cannoni e cadevi giù, ancora, ancora e poi ancora.
Ogni tanto dall'ansia di arrivarci e dallo scazzo dovuto alla frustrazione morivi pure prima, in un salto semplicissimo nel quale normalmente non avresti avuto nessun problema.
Ma niente, interi pomeriggi condannati a tentare di sopravvivere allo stesso maledetto intrico di bit escogitato da qualche mente malata. Finchè delle due l'una: o abbandonavi completamente il gioco o per una fortunata serie di circostanze la tua perseveranza veniva premiata e riuscivi a completare il livello... solo per trovare un analogo ostacolo nel successivo.
Il quarto/quinto giro di quiz dell'esame di specialità è esattamente così, mamma che ti urla di non affaticare gli occhi e andare a mangiare un gelato fuori compresa. Ci sono domande che fai a occhi chiusi, quelle che hai già fatto talmente tante volte che ormai le sbagli per incuria e quelle stramaledettissime piattaforme da cui cadi sempre allo stesso modo.
Con lo stesso senso di apparente divertimento e la stessa immensa frustrazione che le generazioni analogiche forse ignorano.
Che poi, io ho sempre fatto schifo a Super Mario e quella smorfiosa della principessa non l'ho mai salvata sul serio dal drago.
questo è il massimo del divertimento che posso offrirvi sotto esame di specialità. Per il resto vi rimando a ZeroCalcare, lui sì che ha capito tutto dei videogiochi.
* per chi non capisse di cosa sto parlando (beati voi), vi basti sapere che per l'esame che sosterrò a breve (e del quale avrò modo di lamentarmi diffusamente e organicamente in seguito) sono costretta a memorizzare le risposte a 5750 quiz di argomento medico, a mezzo di un apposito software gentilmente fornito dal miur attraverso il mirabile sito denominato mininterno.
Be' anche prima del Gameboy s'è per questo.
RispondiEliminaOddio sto preso a male per te!!! :(
RispondiEliminaSimone
Grazie dell'appoggio Simone, speriamo che eliminino presto questa farsa dei quiz!
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