mercoledì 27 maggio 2020

Abbracciare con lo sguardo


Forse sarà che il mio primo giocattolo è stato un libro di pezza.
Forse sarà che mi hanno insegnato a leggere a tre anni.
Forse sarà che ogni sera mi addormentavo solo dopo un capitolo di un libro letto da papà.
Forse sarà che frequento il salone del libro dal 1991, quando le case editrici per bambini erano 4.
Ma sono sempre stata fissata con i libri.
Correva l'anno 1992, e, con l'entusiasmo dei miei 5 anni compiuti da meno di una settimana, giudicavo i tempi maturi per la mia prima pubblicazione.


Piegai un cartoncino a metà, scrissi diligentemente il mio nome sulla copertina, raccolsi una serie di racconti illustrati da me medesima, compilai un accurato indice ed ecco pronto il mio primo libro.
I più raffinati noteranno nell'ultima pagina scritta da sotto in su un mirabile esempio di letteratura ergodica (Danielewski spicciami casa).

Nel 1997 ci fu il grande salto. Grazie all'ufficio di papà mi ero procurata un personal computer con Wordpad, uno dei primissimi scanner a colori, una stampante a getto d'inchiostro anch'essa a colori e, incredibile a dirsi, persino una rilegatrice. Nacque così "la base spaziale", avventura di fantascienza-nonsense in tiratura limitatissima (10 copie da regalare a parenti e amici a Natale).






Forse sarà che quando si realizza un sogno che hai dall'età di cinque anni un po' di emozione è d'obbligo.
Ma volevo dirvelo.
Dalla prossima settimana trovate in libreria il mio libro.
Un libro vero.


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