lunedì 18 marzo 2013

COTTA DI MAGLIA



Quarto anno, tirocinio di urologia.

Finisco in sala operatoria su un intervento particolare.
Un centinaio di scatti di brillanza per rimuovere un calcolo renale in modo "mini-invasivo".
Appena arrivo mi consegnano un camice piombato, per proteggermi dalle radiazioni del peso di una decina di chili. E' difficile immaginare quanto possa pesare una mantellina di plastica farcita di piombo se non l'hai mai indossata.
Dà un senso di protezione.
Mi metto buona in un angolo e inizio ad osservare le manovre dei chirurghi che si muovono con maestria.
Scatto di brillanza per identificare il calcolo.
riposizionamento del paziente
scatto di brillanza
inserzione dell'ago con mandrino
scatto di brillanza
riallineamento dell'ago
scatto di brillanza
l'ago trapassa i muscoli della schiena e raggiunge la pelvi
scatto di brillanza
l'ago non è correttamente orientato
estrazione dell'ago
riallineamento dell'ago
scatto di brillanza
passano le ore e i chirurghi iniziano ad affaccendarsi sempre più frenetici, a sudare sotto il camice sterile di tessuto non tessuto.
Intanto il camice piombato pesa sulle mie spalle in modo insopportabile, provo a cambiare posizione a caricare prima un piede e poi l'altro, a spostare le braccia, nulla.
Tutti i chili del piombo gravano sulle mie clavicole, sui dischi intervertebrali, sulle ginocchia.
Ed è allora che mi viene in mente, la similitudine perfetta: i chirurghi e i cavalieri medievali che lottano, protetti dall'armatura di piombo gli uni come dalla cotta di maglia gli altri, che infilzano con l'ago o con la lancia in una lotta eterna.

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